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La parola al Direttore Artistico

Le caratteristiche simboliche del numero 5 fanno sintesi fra medietà e trasformazione. È il centro della decina primaria, ma anche somma del due, il femminile, la terra, e del tre: il movimento verso il cielo, l’aspirazione. Sembra dunque segno di un equilibrio possibile e mancato che è poi quello necessario perché ci si immagini sempre di poter-dover ripartire. Un’ irresistibile attrazione per l’ignoto, uno sconcerto, che anima l’ambiziosa irrequietezza di un’esplorazione. È questa smania, nella quinta edizione dei nostri Racconti, che ci ha indotto ad aprire nuovi fronti creativi dando voce alle scritture dei giovani under 24 o recependo le più recenti narrazioni di Valeria Parrella e Ruggero Cappuccio. Per questa ragionata frenesia continua il dialogo con scrittrici e scrittori di paesi stranieri, il Quebec, l’Austria, e con autori finlandesi che saranno rappresentati nel venticinque. È sempre per una immotivata immaginazione speculativa che Springsteen si palesa a Vico Equense nei racconti di Stefano Valanzuolo ed è perché l’esplorazione del nuovo sappia anche essere centripeta che torniamo a Calvino a Moravia e, con le dediche di Pisano, ad Eduardo. Già Eduardo. Negli anni Cinquanta La Capria scriveva di lui … ci sconcerta. La sua buona fede è coraggio? La sua ingenuità è esperienza? La sua ilarità è malinconia? Il suo abbandono è riserva?
Ecco, per questo anno 5 dei Racconti, ci guidi lo sconcerto che Eduardo sapeva generare.

Claudio Di Palma

La parola al Consulente Artistico

Raccontare, inventare nuove storie da dire a qualcuno come per un regalo, un sorriso, un sussurro di tenerezza; ritrovare la memoria di racconti lontani nel tempo, scrivere e riscrivere. Il racconto prende vita ogni tanto, affidato alla fantasia di attrici ed attori che s’impadroniscono, amando, le pagine che non pensavamo potessero diventare spettacolo. Rischiare e lasciarsi sorprendere, una volta, all’imbrunire in una sera d’estate. Una pausa forse, guardandoci intorno scoprendo che i luoghi hanno storie d’avventure segrete e nomi forse mai pronunciati. Gesti e voci, ché il racconto è esso stesso spettacolo pensato per piccoli e grandi, per occhi sgranati di sera, per ombre che prendono corpo e colore, per luci che appena spente si trasformano in vite tenute troppo a lungo segrete. Il fascino del racconto è necessità di stare insieme ascoltando in silenzio. La gioia del racconto è tempo offerto allo sguardo e all’orecchio che cerca una pausa dalla verità di ogni giorno. Così la “scommessa” che lanciammo in un anno lontano, creata come esorcismo alla solitaria tristezza, è diventata la gioia di una pausa nelle pieghe del nostro tempo frettoloso, il saluto. Ci fermiamo guardandoci intorno sorpresi. Già un anno è passato. Racconti per ricominciare è un amico che aspetta ed ha grida, sussurri, carezze e piccole imprese da dirci. Fa parte ormai della nostra vita. Di chi viene ogni volta ed applaude, di chi nel tempo silenzioso dell’assenza costruisce lavorando in silenzio per mettere insieme nuove storie. Portiamoci a casa un racconto, scegliamo il momento per ricordarlo nei giorni convulsi, facendolo pausa necessaria al sorriso. È sempre tempo, forse, per i nostri Racconti costruiti per ricominciare.

Giulio Baffi

Festival
Racconti per Ricominciare 2024

Un progetto
Vesuvioteatro

Direzione artistica
Claudio Di Palma

Consulenza artistica
Giulio Baffi

Organizzazione
Dora De Martino
Geppi Liguoro

Un progetto

Con il contributo di

Con il patrocinio di

Enti partner

Dicono di noi

È una rassegna bellissima. Locations meravigliose, attori bravissimi, testi intensi. Un’organizzazione eccellente.

Grande iniziativa di qualità. Vi aspettiamo per altre iniziative. Storie ben scritte e recitate da bravissimi attori. Complimenti.

Grazie mille per le emozioni che avete suscitato nei nostri bambini e per aver trasportato anche noi adulti in un’atmosfera fantastica.

Bravissimi gli artisti, ma superlativi i tanti ragazzi dello staff, entusiasti e infaticabili nell’accoglierci nei vari luoghi.

Uno degli aspetti più belli di queste rappresentazioni è il livello di coinvolgimento dello spettatore con la location e con gli attori.