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sezione letteratura del Napoli Teatro Festival Italia 2018

a cura di Silvia Perrella
coordinemnto Brigida Corrado
organizzazione Vesuvioteatro.org

nell’ambito della decima edizione del Napoli Teatro Festival Italia
diretto da Ruggero Cappuccio

13 | 23 giugno 2108
Villa Pignatelli

Lo si dice e mentre lo si dice si muove il corpo; con un dito s’indica un luogo. Qui, eccoci, siamo qui, per il secondo anno, a Villa Pignatelli. Qui con i poeti e la poesia. Qui insieme a chi ascolta e guarda e si emoziona e ragiona.

I grammatici definiscono il nostro avverbio un deittico. Un celebre linguista individuò nella funzione deittica una delle funzioni della lingua. Si parla e si tocca insieme. Si dice e si indica.
Ai poeti la lingua così com’è sta stretta. Loro preferisco abiti linguistici fatti su misura, ogni volta tagliati ad hoc nella infinita possibilità dei suoni che il mondo offre.

Quello dei poeti è un alfabeto-ponte. Le loro parole, anche quelle che sembrano più oscure, sono sempre un qui. Presuppongono un patto sancito con una stretta di mano. Un patto variabile ma antico, antichissimo.

Eccoli qui, a Villa Pignatelli, i poeti. Sia quelli alfabetici sia quelli sonori e visivi. E sia gli antologizzatori che apriranno con le loro scelte le serate. Qui è un punto, un luogo circoscritto, uno scorcio. Da qui si emigra nell’altrove. Nell’altrove del rimuginio immaginativo, dove linguaggio e mondo non sono estranei l’uno all’altro e si respirano vicini.

La voce dice qui e la mano si muove e un dito indica una porzione di spazio. Qui, proprio qui: accomodatevi.

Silvio Perrella

PROGRAMMA

13 GIUGNO
La poesia cambia la vita
VITTORIO BODINI/CARLO BETOCCHI
letti da Edoardo Winspeare e Celeste Casciaro
Film LA VITA IN COMUNE di Edoardo Winspeare
La poesia cambia la vita sia di un singolo uomo sia di un intero paese del Sud. E’ il senso del film di Winspeare che apre “Qui”. E vi si mescolano i paesaggi salentini e i versi di Vittorio Bodini e di Carlo Betocchi, due grandi poeti della generazione che ha inaugurato il Novecento. Ed è così che inaspettatamente cinema e poesia si danno la mano.


14 GIUGNO
Un’antologia fatta qui a cura di Daniela Marcheschi
L’antologia curata da Daniela Marcheschi, pubblicata da Mursia nel 2016, s’intitola Tradizione e innovazione in Italia.
NANNI CAGNONE
“Lascia Corinto/se le cose/non ti cercano. /A Tebe/avrai più dolore./ Questo lento coprirsi/ sotto il cielo, tetto/dopo tetto, generazioni -/stare nel naufragio/invece di seguire/i passi delle volpi”. (Nanni Cagnone, Dites-moi, monsieur Bovary, Coup d’idee-Edizioni d’Arte)
Sono nato a Carcare, dice di sé il poeta, a qualche chilometro da Altare su una collina che guarda il mare sopra il savonese. Un paese di artigiani: ebanisti e soprattutto soffiatori di vetro (…) Ho ancora negli occhi i grandi cedri del Libano che sono stati abbattuti. La loro perdita mi rattrista più della scomparsa dei miei genitori.

Film ANDREA ZANZOTTO di Carlo Mazzacurati e Marco Paolini
Introduce Marina Zangirolami Mazzacurati
La precoce scomparsa di Carlo Mazzacurati ha lasciato un vuoto nel cinema italiano difficile da colmare. Tra i suoi lavori figurano tre cortometraggi dedicati a scrittori italiani. Il nostro modo di ricordarlo consiste nel proiettare quello su Andrea Zanzotto.


15 GIUGNO
CHANDRA LIVIA CANDIANI
“Siamo nuvole/i nomi complicano la tessitura/ma siamo nuvole,/notturne mattiniere/dipende (…)”. (Chandra Livia Candiani, Fatti vivo).
La Candiani mentre scrive è come se pregasse; i suoi sono esercizi di armonizzazione tra quel che è passeggero e quel che resta e sta “sopra il disordine della realtà”. Scrivere versi pregando è per lei l’infinito inseguimento degli elementi primi, come la pioggia o la sete. E’ il tentativo di scrutare “il fondo/sereno delle cose”. La sua è una poesia che va felicemente asincrona rispetto al cavalcare odierno e sbiadito dei tempi.
MARIA PIA DE VITO
The circle game con omaggio a Demetrio Stratos
Maria Pia De Vito è una delle voci più originali della musica di ricerca in Italia. Tra le sue fonti vocali non poteva mancare la voce di Demetrio Stratos. E con lui dialogherà mescolando corde vocali ed elettronica.


16 GIUGNO
MARIA ATTANASIO/UMBERTO FIORI
“Lampo di melograno/fiamma di malvasia/in una stanza globalizzata/rosso di poesia./Il buio adesso, un attimo fa ero Maria”.(Maria Attanasio, Lampo)
“Era talmente grande/il ritardo, che ora veniva/come una luce nuova, più vera,/troppo vera, sui cofani delle macchine./Dall’autobus, bloccato/davanti a un muro pieno di abbasso e viva,/ho visto tutto il tempo che c’era”. (Umberto Fiori, Ritardo)

Maria Attanasio come la creta della sua Caltagirone impasta tempo e racconto, vita e parole. Alterna romanzi storici a raccolte di versi. L’ultima è Blu della cancellazione.
Umberto Fiori, del suo passato di cantante, autore e musicista del gruppo degli Stormy six conserva l’impianto antiretorico, parlando del quotidiano vivere e del suo immancabile logoramento. I titoli dei suoi libri sono assolutamente essenziali: Esempi, Case, Voi…

ALESSANDRO ACHILLI racconta ROBERT WYATT
Alessandro Achilli, ha curato e tradotto per Giunti la biografia Different every time , racconta la leggendaria voce di Robert Wyatt. Jazz, progressive, canzone popolare, la voce in falsetto di Wyatt ha tutto trasformato in un poema dell’umano che non ha eguali. Nato come batterista dei Soft Machine, dopo l’incidente che lo ha costretto in una sedia a rotelle, ha essenzializzato ritmo e vocalità in capolavori come Rock bottom.


17 GIUGNO
Un’antologia fatta qui di e con Claudio Di Palma
Il cielo sopra la traversa musiche eseguite dal vivo da Annalisa Madonna (voce), Gianluca Rovinello (arpa), Massimiliano Sacchi (clarinetti), Luca Urciuolo (fisarmonica)
A Claudio Di Palma, in dialogo con la sua rassegna SportOpera, viene assegnato il compito di scrutinare i versi e i poeti che hanno saputo dialogare con gli sport.

EUGENIO LUCREZI/MILO DE ANGELIS
“Perché lo sai che ce ne andiamo tutti/Dai pontili distrutti/Dell’alba, al freddo, ansiosi di vedere/L’incerta rima dei flutti e delle stelle (…)”. (Eugenio Lucrezi, Viola di morte)
“Il lupo è ancora sotto la coperta/e occorrono mille domande per capirlo/anche se la voglia è di credere subito a tutto/pronunciando un grazie silenzioso e intenso (…)”. (Milo De Angelis, I suoni giusti)

Eugenio Lucrezi nella sua vita mescola medicina poesia e musica. Dirige la rivista “Levania”. Bamboo blues è il titolo della sua recentissima raccolta di versi, edita da Nottetempo.
A Milo De Angelis la Mondadori ha dedicato un volume che sistematizza tutta l’opera forgiata sin qui. E si tratta di un’opera che ha attraversato i decenni con libri – da “Millimetri” a “Tema dell’addio” a “Quell’andarsene nel buio dei cortili” – sempre di grandissima qualità e finezza: lirico, urbano, associativo, rituale ha una voce che sa scavare nelle ombre urbane.


19 GIUGNO
PAOLO ISOTTA/PEPPE BARRA
Il canto degli animali
Paolo Isotta vive da sempre di musica e nella musica. Nel suo ultimo libro, Il canto degli animali, pubblicato da Marsilio, pieno zeppo di riferimenti alla poesia, getta un ponte tra noi e gli animali.
E’ un ponte luminescente ed abbagliante. Gli abbiamo chiesto di condividerlo con il pubblico di “Qui” e lui ha voluto a sua volta condividerlo con Peppe Barra e con la sua capacità di affabulare cantando e di cantare affabulando.


20 GIUGNO
Un’antologia fatta qui di e con Caterina Pontrandolfo
Entrai na vida a cantar
Caterina Pontrandolfo sa usare la voce per dare vita a una mescola di passato e presente, confrontandosi con personalità femminili come Amalia Rodrigues, Um Kaltum e Concetta Barra, tra le altre. Ne nasce un viaggio che conduce a le vie dei canti.

VIVIAN LAMARQUE/PATRIZIA CAVALLI
“I poeti che ho amato/mi hanno fatto bei regali/matite d’oro conchiglie dell’Atlantico/libri meravigliosi (…)//i poeti che ho amato/mi hanno telefonato”. (Vivian Lamarque, I poeti che ho amato)
“Per distrarsi dal tempo bisogna avere molte occupazioni,/obblighi, scadenze, conti da pagare (…)”. (Patrizia Cavalli, Per distrarsi dal tempo…)

Due delle più grandi poetesse dell’oggi s’incontrano a Villa Pignatelli.
Vivian Lamarque, dialogica ilare e leggera; emblematiche le sue “Poesie dando del lei”. Patrizia Cavalli sempre fedele al titolo del suo primo libro: “Le mie poesie non cambieranno il mondo”. Eppure, i loro versi, hanno davvero cambiato la poesia italiana della seconda metà del Novecento fino al presente.


21 GIUGNO
Un’antologia fatta qui a cura di Daniele Piccini
L’antologia curata da Daniele Piccini, pubblicata nel 2005 da Rizzoli s’intitola La poesia italiana dal 1960 ad oggi.
ADAM ZAGAJEWSKI
(in collaborazione con Istituto Polacco di Cultura a Roma)
“Solo nella bellezza altrui/vi è consolazione, nella musica/altrui e in versi stranieri./Solo negli altri vi è salvezza,/anche se la solitudine avesse sapore/d’oppio. (…).” (Adam Zagajewski Dalla vita degli oggetti. Poesie 1983-2005).
Il poeta polacco, secondo il premio Nobel Derek Walkott, “ha una voce sommessa sullo sfondo delle immense devastazioni di un secolo osceno; una voce più intima di quella di Auden, non meno cosmopolita di quelle di Milosz, Celan e Brodskij”.
Lo introducono Marta Herling, segretaria generale dell’Istituto Croce e figlia dello scrittore polacco Gustaw Herling, e Andrea De Carlo che insegna Letteratura polacca all’Università degli studi di Napoli “L’Orientale”.


22 GIUGNO
Un’antologia fatta qui a cura di Paolo Febbraro
L’antologia curata da Paolo Febbraro, pubblicata da Elliot apparsa in due volumi, s’intitola Poesia d’oggi. Un’antologia italiana.

DURS GRÜNBEIN
(in collaborazione con Università degli studi di Napoli “L’Orientale” e Goethe Institut di Napoli)
“Un fossato di cinquant’anni/ mi separa dal mio principio, /dall’idea che era mia brama. //Mi ha estratto a sorte la parola, la parola/con cui io abbraccio il mondo. / Con cui il mondo abbraccia me.” (Durs Grünbein, Westhafen,  “Zündkerzen”)
Acclamato, sin dagli esordi giovanili, come un ‘classico’ della letteratura contemporanea, Durs Grünbein (Dresda, 1962) è a tutt’oggi uno degli autori più letti e tradotti della Germania riunificata.
La sua poesia vive di un fecondo rimescolamento di linguaggi e di stili, capace di coniugare sapientemente il moderno e l’antico, dialogando a tutto campo ora con lo sperimentalismo delle avanguardie primo-novecentesche, ora con i retaggi dell’eredità barocca, ora con gli antecedenti formali e metrici della tradizione greco-latina. Lo introduce Valentina Di Rosa, che insegna letteratura tedesca all’Università degli studi di Napoli “L’Orientale”.


23 GIUGNO
A cosa serve la poesia di e con Gianluigi Gherzi e Giuseppe Semeraro
E’ un dialogo che mescola versi e teatro. Due voci che martellano i loro interrogativi sulla vita quotidiana, rilanciandosi dubbi e speranze.

IZET SARAJLIC/NAZIM HIKMET
Gli abbracciatori del mondo
(in collaborazione con l’Istituto di Studi Filosofici e Casa della Poesia di Baronissi)
Letture di MASSIMILIANO GALLO
Musica con LAUTARI DIN ROSIORI
I poeti, sosteneva Sarajilic, sono gli abbracciatori del mondo. Avrebbe condiviso il suo amico Hikmet, le cui poesie sono sempre più amate. Abbracciare il mondo per loro non significava qualcosa di astratto; era piuttosto un modo di dare un bacio alla persona amata, di poggiare i piedi sulle strade delle proprie città e di sporgersi verso la presenza degli altri. Anche quando la Storia gli si metteva di traverso, fino a levargli letteralmente il fiato.
E’ la festa finale di “Qui” nella quale le voci si intrecciano a formare un coro diventando musica da condividere ballando in cerchio.

Biglietti

La biglietteria del Napoli Teatro Festival aprirà il giorno 27 maggio.