SE

Sezione Letteratura del Napoli Teatro Festival Italia 2019

a cura di Sivio Perrella

dal 20 al 26 giugno ore 19:00
Made in Cloister – Chiostro Santa Caterina al Formiello


Se fossi foco, intonava Cecco Angiolieri. Se una notte d’inverno un viaggiatore, gli rispondeva lungo i secoli Italo Calvino. E prima Kipling metteva in rima per il figlio la possibilità di essere un uomo – “Se puoi sognare, senza fare dei sogni i tuoi padroni”- , accostando l’uno all’altro un gruzzoletto nutriente di se.
Se: è questo il titolo della terza rassegna di poesia che quest’anno si svolgerà nel chiostro di Santa Caterina al Formiello, tanto caro a Lou Reed.
Viene dopo “Io e tu” e “Qui”. Due pronomi e un avverbio. Il “se” di quest’anno può essere declinato in entrambi i modi: se e a sé stesso.
A se stesso: esattamente come la poesia di Leopardi, dove è “Amaro e noia/
La vita, altro mai nulla; e fango è il mondo”.
Se, dunque, come specchio ustorio della conoscenza; dubbio insorgente e martellato con impeto. Ma anche come alba del linguaggio che sempre risorge e si fa collana d’immagini di fronte all’ “infinita vanità del tutto”.
Se fossi fuoco, se fossi vento, se fossi acqua, se fossi morte, se fossi vita…
E sottolineo se, recitava una celebre canzone.
Se un tardo pomeriggio d’estate ti venisse voglia d’incontrare la poesia e di ascoltare quelle canzoni che intonano i nostri sentimenti.
E se, prima di uscire dal Chiostro di Santa Caterina al Formiello, ti prendesse il desiderio di portare con te un libro scritto in versi, curiosando tra i titoli esposti nella libreria interamente dedicata alla poesia che con gioia orgogliosa terrà aperti i battenti nei giorni della rassegna.

Silvio Perrella


coordinamento Brigida Corrado
organizzazione Vesuvioteatro


SE/PRELUDI

LA MORTE DEL TEMPO / Genny Lim
Palazzo Serra di Cassano
3 aprile 2019 ore 18:30


LA LINGUA DELL’AMORE / Josip Osti e Marko Kravos
Palazzo Serra di Cassano
8 maggio 2019 ore 18.30


LE STELLE A CHI LE LAVORA / Juan Carlos Mestre
Palazzo Serra di Cassano
22 maggio 2019 ore 18.30


VERSO SE / Fiorinda Li Vigni
Palazzo Serra di Cassano
6 giugno 2019 ore 18.30

giovedì 20 giugno ore 19:00
Made in Cloister – Chiostro Santa Caterina al Formiello

Ouverture
Per Carlo Bernari
Con ENRICO BERNARD
Letture di ANDREA DE GOYZUETA
Si dice Carlo Bernari e si pensa subito ai Tre operai, cioè al romanzo che aprì una nuova strada nella letteratura italiana del Novecento. Molto meno conosciuta è la sua parca produzione in versi. Se possiamo leggerla, rendendole omaggio, lo dobbiamo al lavoro del figlio dello scrittore Enrico Bernard, autore egli stesso e drammaturgo, che l’ha raccolta in Cose in versi.
Tra queste fa spicco un omaggio alla città natale, scritto nella lingua madre: “Napule è tutta rampe, scalinate, / scale, gradune, grade, gradiatelle,/ sagliute, scese, cupe, calate,/vicule ’e coppa, ’e sotto, viculille, /vicule stuorte, /vicule cecate”.

Oratorio profano per Giuseppe Patroni Griffi
LA MORTE DELLA BELLEZZA
da un’idea di NADIA BALDI
regia, riadattamento e interpretazione Nadia Baldi
con Gina Ferri e Antonella Ippolito, Roberta Rossi (pianoforte), Dario Zeno (batteria), Andrea Bonioli (chitarra)

Dire di Patroni Griffi che sia stato un autore poliedrico è dir poco. Drammaturgo, scrittore, regista sia di prosa sia di opere liriche, autore di canzoni. E in ogni suo gesto si annidava una poesia sotterranea, che si trova in massimo grado ne La morte della bellezza.
Il suo era uno “stile d’acqua” che Nadia Baldi ha tradotto trasformando l’originario romanzo in teatro vocale.
Tre attrici sono l’unica scenografia, resa vivente da un accordo di morbide e graffianti musiche che illuminano il palcoscenico. L’amore omosessuale fra due giovani, sullo sfondo di una Napoli in piena guerra e sotto i bombardamenti aerei -amore sensuale e sentimentale, controverso e negato -, si sposa all’atmosfera crudele e incantata di una città fatale.

venerdì 21 giugno ore 19:00
Made in Cloister – Chiostro Santa Caterina al Formiello

Canzoni dal “dolce rumore della vita”
ANDREA CASSESE
Ouverture
FEDERICA GIORDANO – FRANCA MANCINELLI
Due poetesse delle ultime generazione si danno la staffetta, entrambe attente a enucleare i sentimenti primari e a dargli la propria voce. Fa da contrappunto musicale un cantautore-architetto, autore de La minoranza.
Versi e canzoni sono l’uno il rovescio dell’altro.

Restare davanti a un busto/dove il tempo è vigilia. /Dorme la bocca egizia.//Alta e dorata,/la sua sola musica./La pace dell’occhio bianco
Federica Giordano, Nefertiti

Indosso e calzo ogni mattina forzando, come avessi/sempre un altro numero, un’altra taglia. Cresco ancora/nel buio, come una pianta che beve dal nero della terra./Per vestirsi bisogna perdere i rami allungati nel sonno,/le foglie più tenere aperte..(…)
Franca Mancinelli, Indosso e calzo ogni mattina…

LICIA MAGLIETTA
Per Anna Maria Ortese
Licia Maglietta non è nuova al confronto con la letteratura. Basti solo pensare al suo rapporto con i versi di Alda Merini.
Questa volta l’incontro è del tutto inedito. Come nel caso di Carlo Bernari, anche Anna Maria Ortese si confrontò con la scrittura in versi. Ne sono testimonianza i due libri nei quali sono stati raccolti: Il mio paese è la notte e La luna che trascorre.
Si tratta di versi inconsueti, saltellanti, sempre capaci di evocare un “corpo celeste”. E chi meglio di Licia Maglietta può provarsi a dargli voce e corpo?

Nessuno verrà mai su questa terra/A dirci la ragione delle cose,/fosse anche una ragione da niente;/a svegliare i morti bambini,/a svelare la legge totale della/Iniquità
Anna Maria Ortese, Nessuno verrà

sabato 22 giugno ore 19:00
Made in Cloister – Chiostro Santa Caterina al Formiello

EWA LIPSKA
con
Marina Ciccarini e Marco Bruno
Tra le maggiori poetesse polacche, Ewa Lipska è capace di attraversare il tempo presente con una disillusa ironia. Grande amica di Wisława Szymborska, nei suoi versi s’incontrano domande come questa: “Non so nemmeno/ se è la storia che ha creato noi/o se noi abbiamo creato la storia. Se siamo solo l’eco/di un cuore altrui”. Sarà introdotta da due suoi fedeli traduttori.

Cara signora Schubert, indosso già il Domani. /Un cappotto di Futuro, che lei mi ha cucito nella nostra/prima gioventù. Ricorda ancora il ritmo/dei bottoni che ci allacciavamo?
Ewa Lipska, Adesso (traduzione di Marina Ciccarini)

DEVORAH MAJOR
Gaspare Di Lieto pianoforte
Nata in California, nipote di immigrati, è il terzo poeta laureato di San Francisco. Poliedrica, frequenta più generi di scrittura. Il primo libro italiano della Major, appena pubblicato da Multimedia edizioni, si intitola A braccia aperte. Vi figura una poesia nella quale ci si scusa di una paradossale povertà, in “tempi/più che pericolosi” come i nostri di queste “povertà” abbiamo davvero bisogno.

Perdonami/perdona la mia inadeguatezza/non ho altro da offrirti/che un amore che dura per sempre/prendine un po’ ti prego/forse/riempirà un angolino/di una pancia non ancora piena
inumidirà la tua lingua/ti rinfrescherà la gola/forse/lenirà il tuo cuore/perdona la mia povertà/non ho altro da offrire/che il mio amore.
Devorah Major, Offerta d’amore (traduzione di Raffaella Marzano)

domenica 23 giugno ore 19:00
Made in Cloister – Chiostro Santa Caterina al Formiello

Ouverture – Generazioni
EMANUELE CERULLO – ACHILLE PIGNATELLI – FRANCESCO IANNONE – ANTONIO TRUCILLO
Due giovani intrecciano le loro voci, mettendo in comune esperienze diverse. Esperienze che danno nuovi nomi a luoghi della città come ad esempio Scampia.
Fanno da contrappunto altri due poeti appartenenti a generazioni diverse, che sanno rispecchiarsi l’uno nell’altro.

(…) Tempo che è eterno/fato, dentro le parole dette, le parole mormorate,/le parole lette e le parole tenute in corpo, strette. Tempo/che è – e basta – perché ti è stata data quest’antica sorte/un giorno di essere nato.
Antonio Trucillo, Una triade invernale

Per ogni uccello che decolla una foglia/cade/o si schiantano insieme/per l’opposto destino/della terra e del cielo./Per ogni figlio che nasce un corpo/s’inabissa e non lo vedi/più/e non sai/a chi davvero appartiene/e resta fermo lì sul tappeto/come un paradiso domestico/che ti germoglia il suo tesoro/sulla mano. (…)
Francesco Iannone, A mio figlio

(…) Tu che sei il mio spazio e il mio tempo/le mie coordinate infelici/parlami di quello che sarei/se avessi l’ardire di sognare.
Achille Pignatelli, Coordinate infelici

(…) avresti, sai/poetato coi garzoni/dell’illegalità;/qua, dove l’indifferenza/non è mio coprifuoco, /sgorgano/le tue ceneri invisibili,/Pier Paolo.
Emanuele Cerullo, Le ceneri di Pasolini

TIZIANO SCARPA
Senti, ti dico una cosa che preferirei non dire
Non si resta illesi dalla lettura di Le nuvole e i soldi: le poesie di Tiziano Scarpa hanno suscitato forti discussioni in rete, sono rimbalzate sui social toccando l’animo dei lettori, al di là della cerchia di appassionati di poesia. Con il suo slancio espressivo e la sua grande esperienza di lettore scenico, l’autore le recita e commenta alternandole alle storie in rima del suo ultimo libro, Una libellula di città. Ne viene fuori un recital vivace, spassoso, a tratti commovente, popolato di personaggi, fra cui l’autore stesso: uomini, donne, animali e alberi che cercano l’amore e la verità, e trovano quello che si meritano.

Nel cimitero della mia città/vengo a rubare i fiori. //Non li darò a una donna./Non sono per nessuno.//Con gli occhi bassi, li offro/alla parola amore/che ho imparato dai morti.
Tiziano Scarpa, da Le nuvole e i soldi

lunedì 24 giugno ore 19:00
Made in Cloister – Chiostro Santa Caterina al Formiello

Ricordando Pia Pera
con EMANUELE TREVI
Evgenij Onegin di Aleksandr Puškin
Lettura ROBERTO DE FRANCESCO
FERRUCCIO SPINETTI contrabbasso
Roberto De Francesco da anni studia i versi di Puškin. E li studia utilizzando la traduzione di Pia Pera, e da lì parte per una sua interpretazione vocale, punteggiata dalle note nomadi di Ferruccio Spinetti.
A Emanuele Trevi è affidato il compito di tracciare un ritratto di Pia Pera, una scrittrice-traduttrice che, pur essendo scomparsa troppo presto, ha lasciato un suo peculiare segno nella cultura italiana.

(…) ma è triste pensare che la gioventù,/ci è stata data inutilmente/che l’abbiamo ininterrottamente tradita,/che lei ci ha ingannati;/che i nostri desideri migliori,/che i nostri freschi sogni/sono marciti in rapida successione,/come foglie nel putrido autunno.
Aleksandr Puškin, Evgenij Onegin

martedì 25 giugno ore 19:00
Made in Cloister – Chiostro Santa Caterina al Formiello

Festeggiando RINO MELE
Con MARIO MARTONE ALDO MASULLO
Rino Mele va indubbiamente festeggiato. Poliedrico, eclettico, anticipatore di temi e motivi, capace di mettere in contatto mondi diversi, ha da sempre fatto della poesia il perno attorno al quale far ruotare ogni altra cosa.
E che ci siano un uomo di cinema e teatro e un filosofo ad introdurlo conferma la sua indubbia originalità.

Una macchia da lavare, la lunga coda di un topo/quella linea nera/intorno al corpo schiacciato. Non resta/sul pavimento che un poco/d’ombra, la terra che la visione lascia/quando scompare. Mi chiedi/cosa sia la bellezza. È lo sporco sul davanzale,/la paura/di addormentarsi, sognare di nuovo mia madre/che non può raggiungere la soglia/e, come spiassi oltre la porta, vedo alzarsi,/venirmi incontro, tornare/indietro col piede sul passo consumato./La bellezza,/dicevi. È quel turbare delle colombe/l’aria,/un fuggire bianco/quando su loro stride il temporale. Verso dove?
Rino Mele, Verso dove?

Canzoni dal “dolce rumore della vita”
ANTONIO RAIA sassofono
Renato Fiorito elettronica
Ad Antonio Raia, autore di Asylum, un cd di esplorazione in solitaria di suoni scavati nell’aria con il sassofono, il compito di scarnificare alcune canzoni per poi pian piano ricomporle. Raia ispirandosi agli scritti di Mele proporrà un lavoro ideato appositamente per il festival.

mercoledì 26 giugno ore 19:00
Made in Cloister – Chiostro Santa Caterina al Formiello

SOTIRIOS PASTAKAS
Per Sandro Penna
Chi meglio di Sandro Penna incarna la semplice (ma così complessa) cantabilità della vita! E davvero non è un caso che se ne sia fatto traduttore un poeta greco.
A lui il compito di specchiare i propri versi in quelli del poeta umbro.

Il fumo ceruleo che lascia l’auto/ che ha già svoltato l’angolo/ cambia la topografia della strada,/ la prospettiva solita di quelli/ che stanno sempre qui,/ indifferenti avventori come me/ della vita che scorre,/ ma che sanno di conquiste e/ perdite e che da un istante all’altro/ e da un’ora all’altra possono cambiare/ colore gli occhi come i tuoi/ diventati azzurri all’improvviso,/ non appena mi hai salutato.
Sotirios Pastakas, Dolce

CHIARA CIVELLO
E seCanzoni dal “dolce rumore della vita”
chitarra, pianoforte e voce
“Io vivere vorrei addormentato/ entro il dolce rumore della vita”, scandiva Penna. E sembra che Chiara Civello si sia fatta guidare nel suo lavoro di autrice e interprete da questi versi.
E’ difficile trovare canzoni rivissute dall’interno come sa fare lei. Cosmopolita e insieme profondamente italiana, Civello ci guida tra quei sentimenti che pur essendo di tutti e comuni, appaiono ogni volta diversi e unici.

Collaborazioni:
ISTITUTO ITALIANO STUDI FILOSOFICI
ISTITUTO POLACCO DI ROMA
CASA DELLA POESIA DI BARONISSI